Storia
Le vicende preistoriche sono riferite da ritrovamenti di sepolture dell’età del ferro e fino al VI secolo a.C., e accomunano questo territorio ai vicini altipiani lamonesi e sovramontini.
La frequentazione preistorica è rimarcata dalle tracce di una ‘strada’ di collegamento e di alcuni “Castrum” (Incino, Scala).
In epoca longobarda (589) con la grande alluvione (coinvolse tutti i maggiori fiumi del Veneto) il corso del Cismon mutò definitivamente nella direzione di Cismon e la valle del Brenta e abbandonò l’alveo verso Feltre ed il Piave.
Il paese di Arsié si sviluppò nella parte alta della conca ai piedi della scarpata di Cima di Campo.
Il paesotto ha sempre seguito le vicende feltrine, era una delle 32 Ville (villaggi) di Feltre, con le devastazioni degli Unni e le invasioni Longobarde, le vicende Ezzeliniane, la ‘donazione’ alla Serenissima del 1404, i saccheggi delle truppe della Lega di Cambrai.
L’antica tradizionale “Fiera delle Anime” testimonia la separazione delle parrocchie e il ritorno annuale per ricordare i defunti.
Negli anni precedenti la prima guerra mondiale il territorio venne interessato dalla costruzione di imponenti presidi e fortezze militari funzionali alla linea di difesa “Brenta-Cismon”, con la costruzione dei forti “Leone” a Cima di Campo, del forte “Col di Lan, della Tagliata alla Scala” di Primolano, della “Tagliata” nei pressi del ponte Oltre, sul Cismon (completamente scomparsa) e delle postazioni sul Col del Gallo. Tutte opere inutilizzate e messe fuori gioco dalla ritirata di Caporetto, quando Arsié si trovò nelle retrovie del fronte del Grappa.
Nel secondo dopoguerra la costruzione della diga con il grande invaso artificiale del Corlo, con conseguente abbandono di numerose abitazioni della frazione di Rocca, compresa la chiesa riedificata sopra il colle, e la soppressione dell’arditissimo tronco ferroviario tra Cismon del Grappa e Feltre.
Il lago è ora una importante risorsa turistica, con connotazioni molto suggestive ben integrate nell’ambiente naturale sulle propaggini nord-occidentali del monte Grappa.
Lago del Corlo
Tra la Valsugana, il Monte Grappa e le terre feltrine, il fascino di un fiordo norvegese in formato bonsai a pochi chilometri dalla pianura Veneta.
Il lago artificiale prende il nome dalla piccolissima borgata che sovrasta la diga che serve pure come unico ponte di collegamento stradale. Assieme alla borgata di Incino, al di quà della diga, appartiene alla parrocchia di Rocca, frazione di Arsiè, ed è il primo e più occidentale paese della provincia di Belluno.
La diga è stata costruita negli anni ’50, a sbarramento del profondo canyon del torrente Cismon nel suo ultimo tratto prima dello sbocco in Valsugana. Con il riempimento del lago buona parte del paese di Rocca dovette essere abbandonato, in particolare venne abbattuta la chiesa che venne ricostruita sull’altura della strozzatura di mezzo del lago.
Rocca è il paese più importante del lago. Nei pressi tre ponti, di cui uno sospeso su corde e molto spettacolare, permettono di attraversare nel lato opposto per raggiungere le varie case isolate e borgate che si inerpicano sulle propaggini del Monte Grappa.
A valle della diga, vicino a Cismon del Grappa, si possono osservare alcune gallerie della vecchia linea ferroviaria tra Cismon e Feltre, in attività nel primo novecento.
Come raggiungere Rocca di Arsiè
Rocca di Arsiè si raggiunge facilmente dalla Valsugana percorrendo la nuova grande galleria stradale che evita la tortuosa salita per le “scale di Primolano”. Appena usciti dalla galleria al primo svincolo evidenti indicazioni portano ad Arsiè oppure a Rocca. Sono circa sette chilometri dall’innesto in Valsugana, che a sua volta è a circa trenta chilometri da Bassano del Grappa e settanta da Trento.
Provenendo da Feltre, sono circa venti chilometri, si deve uscire dalla superstrada subito dopo la prima breve galleria che si attraversa appena dopo la testata del lago sull’alveo del torrente Cismon.
Tuttavia la stradina più spettacolare ed ardita, per raggiungere il lago dalla Valsugana, si trova partendo dal paese di Cismon del Grappa.
Appena usciti dal paese in direzione nord, Trento, si attraversa il ponte sul Cismon e subito sulla destra, proprio in corrispondenza del santuario di “Nostra Signora di Pedancino”, parte una arditissima stradina quasi completamente scavata nella roccia a strapiombo sulla valle.
È una stradina molto stretta con tornanti secchi incisi nella roccia e porta in circa cinque chilometri ad Incino. Da qui prosegue, sempre molto stretta e tortuosa, costeggiando il lago e porta a Rocca. Tutto il tratto è paesaggisticamente spettacolare ed entusiasmante e permette di vedere le varie borgate che compongono Rocca di Arsiè.