Cesiomaggiore

Cesiomaggiore

Caratterizzato dal continuo digradare dei colli verso la Valle del Piave, il paesaggio è vivace, mosso e alternato di piccoli centri abitati, antiche ville, chiesette, campi e boschi di latifoglie.

Cesiomaggiore
(Žess in veneto)

Geografia

Il Comune di Cesiomaggiore si estende dalle zone montane del gruppo dolomitico del Cimonega (2548 m.) alla riva destra del Piave. Entrambe queste aree sono caratterizzate da elementi faunistici e botanici di particolare importanza: la parte alta del territorio comunale fa parte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi: in essa si snodano, partendo dall’ancora selvaggia Val Canzoi (dove, in località Orsera, vi è un centro di accoglienza del Parco), numerosi sentieri segnati dal CAI che mettono l’appassionato direttamente a contatto con le specie della flora e della fauna alpine più pregiate.

La parte bassa del comune digrada dolcemente, tra colline e vasti prati, fino al Piave, sulle cui rive, presso il bacino artificiale di Busche, vi è un’interessante zona umida che offre rifugio, tra i canneti di mazzasorda, a numerose specie avi-faunistiche stanziali e migratorie.

Il comune appartiene all’unione montana Feltrina. Il territorio si estende nel Feltrino orientale (Valbelluna), alla destra idrografica del fiume Piave, comprendendo verso nord le prime cime delle Dolomiti. Il capoluogo del comune è Cesio che si trova a circa 12 km a nord-est da Feltre e a 18 km a nord-ovest. da Belluno.

La strada provinciale pedemontana, parallela settentrionale della statale 50, costeggia le vette e attraversa il comune, salendo da Feltre e scendendo a Santa Giustina, dove si ricongiunge alla statale per Belluno.

A occidente il territorio comunale, delimitato dal torrente Caorame, confina con il comune di Feltre; a oriente si incontrano i territori di Santa Giustina e di San Gregorio nelle Alpi. A nord, oltre le creste montuose, altri comuni dell’alta provincia di Belluno e il territorio della Regione Trentino-Alto Adige.

Storia

Il territorio di Cesiomaggiore era già abitato in epoca pre-romana, ma fu probabilmente la venuta della “Gens Coesia” a stabilire il primo vero contatto con la laguna veneta tramite la Via Claudia Augusta Altinate, che proseguiva oltralpe e della quale resta tangibile testimonianza in un cippo commemorativo attualmente conservato presso la villa delle Centenere.

L’età antica

Il territorio di Cesio appartiene, fin dall’antichità, alla zona feltrina, terra che in epoca preromana fu abitata dai Reti.

Il toponimo si ritiene derivi dall’antroponimo latino Caesius, riferito ad una gens Caesia, alla quale appartenne il poeta latino Cesio Basso (I secolo d.C.). La presenza della gens Caesia nella zona di Cesiomaggiore è attestata dal ritrovamento di un’iscrizione che menzionava un L. Caesius L. L. Tra i reperti che testimoniano la presenza romana vi è un cippo monumentale del 47 d. C., che ricorda la costruzione della via Claudia Augusta altinate (tra Altinum, sul mar Adriatico e Augusta Vindelicum, oggi Augsburg, nella regione danubiana), e che è divenuto il simbolo araldico del comune.

Il Medioevo

In età medievale Cesio fu sede della pieve di Santa Maria, chiesa dipendente dalla diocesi di Feltre e dal suo “vescovo – conte”. Il territorio, frazionato in numerosi possedimenti feudali, fu governato da castellani locali soggetti al vescovo. Tra essi vi furono i Muffoni, detti anche “da Cesio”, i Rambaldoni da Fianema, al cui lignaggio appartenne Vittorino da Feltre e i Corte da Marsiai. Membri di queste famiglie ricoprivano spesso anche la carica di “marighi” o “capovilla” cioè capi dei villaggi e delle regole. Resti delle loro residenze fortificate ancora oggi sono visibili sia nel capoluogo comunale di Cesio sia nelle frazioni di Marsiai e Fianema.

L’età veneziana

Il clima particolarmente favorevole della zona pedemontana ove Cesiomaggiore si colloca, favorì, fin dai secoli XVII e XVIII, il sorgere di numerose ville padronali, tra le quali vale la pena ricordare la già citata villa Tauro alle Centenere, villa Corrà nel centro del capoluogo e, poco lontano, villa Muffoni, totalmente ristrutturata dopo l’incendio del 1945, e ancora villa Facino-Pasole e villa Martini a Soranzen, villa Zugni a Tussui, villa Cumano a Menin, villa Zugni-Tauro a Pez, villa Zasio a Busche e molte altre di non minore importanza, ma cadute, purtroppo, in abbandono.

Nel 1423 Cesio entrò con Feltre a far parte della Repubblica di Venezia: la cerimonia della consegna delle chiavi della città all’ambasciatore veneziano, Bartolomeo Nani, il 15 giugno di quell’anno, fu eseguita da Vittore Muffoni, di Cesio, ed è ancor oggi rievocata nel Palio di Feltre. Durante il periodo della dominazione veneziana (XV-XVIII secolo), le residenze fortificate si trasformano in ville padronali, come villa Tauro alle Centenere, villa Corrà e villa Muffoni nel capoluogo comunale.

Napoleone, il periodo Asburgico ed il Regno Sabaudo

La Repubblica di Venezia cessò di esistere con l’arrivo degli invasori francesi di Napoleone. Per la popolazione del Feltrino fu un periodo di grandi illusioni, di spoliazioni e di miseria. Il territorio fu assegnato dapprima alla Repubblica Cisalpina e poi, con il Trattato di Campoformio, fu ceduto all’Impero d’Austria che lo integrò nel regno Lombardo-Veneto. Durante il periodo dell’occupazione francese, il Feltrino fu smembrato in diversi cantoni ovvero in distretto amministrativi dai quali ebbero origine gli attuali territori comunali. Fu l’inizio dell’autonomia comunale di Cesio.

Nel 1866, in seguito alle guerre di espansione del Piemonte, Feltre e Cesio furono annessi, insieme col resto del Veneto, al Regno d’Italia: in tale circostanza a Cesio fu mutato il nome nell’attuale “Cesiomaggiore”, essendo già presente nel regno un comune omonimo in provincia di Imperia. Va sottolineato a tal proposito che è stata variata soltanto la denominazione del comune, ma non il nome del capoluogo. Il Regno d’Italia portò con sé numerosi problemi economici e sociali che furono alla base del successivo fenomeno dell’emigrazione.

Le grandi guerre del Novecento

Il territorio di Cesiomaggiore fu duramente provato durante la prima guerra mondiale. Il 1917, in particolare, fu detto “l’an de la fam” (“l’anno della fame”), a causa delle privazioni patite durante l’occupazione austriaca.

Altre sofferenze si ebbero durante la seconda guerra mondiale, specie nel suo periodo terminale.

Monumenti e luoghi d’interesse

Nel territorio comunale vi sono poi alcune chiese che rivestono notevole interesse storico-architettonico: è il caso della chiesa arcipretale dedicata a S. Maria Assunta e della chiesa di S. Vito Martire. Delle svariate chiesette e cappelle che costellano le frazioni non possono non essere almeno citate quella di S. Maria, con i suoi preziosi affreschi duecenteschi, a Fianema e la Chiesa della Visitazione alla Madonnetta, a Pez, all’interno della quale si possono ammirare un maestoso altare ligneo attribuito al Brustolon, sei tele di buona fattura veneta e una cancellata in ferro battuto.

Altri luoghi d’interesse sono:

  • Casa torre dei “da Corte” a Marsiai
  • Centro storico di Cesio Minore
  • Museo Storico della Bicicletta “Antonio Bevilacqua”
    con la collezione di biciclette di Sergio Sanvido i cui cimeli che sono stati raccolti da Sergio Sanvido e donati al Comune sono oltre duecento e coprono l’intero spettro evolutivo della bicicletta dall’800 ai giorni nostri.
  • Museo Etnografico Provinciale di Seravella
    sulla strada per Santa Giustina dove sono esposti oggetti della tradizione popolare, gran parte dei quali raccolti e catalogati dal Gruppo Cesio Folk, composto da danzatori e suonatori che ripropongono ballate e canti antichi, frutto di un’accurata ricerca.
  • Villa Tauro alle Centenere con il lapidarium che conserva reperti di età romana e medievale; tra essi il cippo monumentale con l’iscrizione che ricorda la costruzione della Via Claudia Augusta Altinate.
  • Villa di Menin, nei pressi anche un tasso monumentale avente all’incirca trecento anni
  • La suggestiva Val Canzoi, punto di accesso al Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi
  • Il biotopo di Pradenich, immediatamente a valle del capoluogo.

 

Prodotti Locali

  • Formaggio “Piave”
  • Formaggio “Cesio”
  • Formaggio “Dolomiti”
  • Patata di Cesiomaggiore (DECO) e DOP
  • Mais “sponcio”
  • Orzo
  • Mele (varietà “Ferro Cesio”)
  • Uva fragola
  • Miele

Fino agli anni sessanta del secolo scorso, e ancora oggi, l’economia era ancora basata sulla produzione agricola (uva, vino, mele, pere, patate, fagioli, granoturco, miele) e sull’allevamento di vacche da latte. Vista la buona posizione, una nota azienda trentina produttrice di mele, ha impiantato delle coltivazioni di questo frutto proprio a Cesio per aumentarne la produzione. Noto era il vino perché il territorio rappresentava un vero e proprio ‘avamposto’ in provincia di Belluno nella coltivazione dell’uva fragola che ancora oggi ha una buona produzione, sia per l’uso ‘da tavola’ e per la ‘Bianchetta’ da vino. Non mancano le viti ‘Clinto’ che vengono usate prevalentemente per la produzione di vino destinato al consumo familiare.

 

 

 

Da sapere su

Cesiomaggiore

Eventi

  • “Festa di San Biagio” – Menin (3 febbraio)
  • “Festa di Santa Giuliana” – Cesio (16 febbraio)
  • “Mostra Mercato dei Fiori” – Busche (maggio e ottobre)
  • “Festa Provinciale del Formaggio” – Busche (fine aprile)
  • “Festa in Riva al Lago” – Busche (giugno luglio)
  • “Soranzenfest” – Soranzen (agosto)
  • “Festa Provinciale della Patata di Cesiomaggiore” – Cesio (fine agosto)
  • “Sagra di San Rocco” – Pez (agosto)
  • “PedalaCesio” (prima domenica di settembre) organizzata dall’US Cesio
  • “Cammina con i Gufi” – Cesio (fine settembre)
  • “Festa di Santa Lucia” – Can (13 dicembre)
Nell’Ottocento il proprietario terriero Gaspare De’ Mezzan aveva istituito per i suoi coloni la cosiddetta festa campagnuola. L’evento scomparve nel tempo.

Frazioni di

Cesiomaggiore
Il territorio di Cesiomaggiore è caratterizzato da un forte frazionamento abitativo e identitario. Un vecchio adagio dialettale recita infatti: “Tos’cian su la forca, Pòlir inte ‘l profondo e Menin te ‘l fior de ‘l mondo”, ovvero “Toschian sulla forca (troppo in alto), Pullir nel profondo (troppo incuneato) e Menin sul fior del mondo (in posizione migliore)”. È intuibile il rapporto competitivo esistente tra le frazioni.
Anzaven È un antico nucleo abitato che presenta ora cenni di sviluppo urbano verso valle.
Bordugo Sorge sul torrente Caorame in Valle di Canzoi; un tempo traeva sostentamento dall’energia idrica. Si trovavano infatti sul posto una segheria e un’officina per la lavorazione del ferro. Oggi a monte dell’abitato si trova una griglia per l’intercettazione dell’acqua di alimentazione della centrale idroelettrica di Arson, in comune di Feltre. Vi sorge la cappella di San Gregorio Taumaturgo, festeggiato il 17 novembre.
Busche Si trova nel versante meridionale del comune presso il Piave. Fino al secolo scorso abitato da poche famiglie ora, grazie alla sua posizione sulla Statale del Grappa, ospita diverse imprese commerciali e numerosi abitanti. È sede della stazione ferroviaria dei comuni di Cesiomaggiore, Mel e Lentiai. Conosciuta è l’industria lattiero-casearia Lattebusche tra le più importanti del Veneto. Il centro è interessato ad ovest da un recente fenomeno di espansione abitativa, con investimenti pubblici comunali e privati, da cui i miglioramenti alla viabilità, un nuovo centro commerciale e la nuova chiesa di San Giovanni Battista (24 giugno). Presso Busche si trova pure l’omonimo lago artificiale che raccoglie le acque del Piave per inviarle alla centrale idroelettrica di Quero e verso i canali di irrigazione della pianura. L’area del lago è una ‘zona umida’ di interesse naturalistico.
Can Località situata ad ovest del capoluogo comunale. Il patrono è santa Lucia cui è dedicata una notevole chiesetta barocca risalente al 1668. Caratteristico il campanile che si trova sulla sede viaria risalente al 1720.
Cesio Maggiore È il capoluogo del Comune. In antico chiamato semplicemente Ces o Cesio, ricevette l’appellativo di “Maggiore” in età napoleonica. Sorge in luogo terrazzo soleggiato della costa pedemontana. A valle del centro si trovano una piccola area artigianale, con imprese dedite alla lavorazione di legno, della pietra e dei metalli ed un’area sportiva e sociale. A ridosso dell’abitato, verso nord, a un’ora circa di marcia dal capoluogo, si trova il tempietto di Sant’Agapito; edificio antico che dà il nome alla piccola valle scavata dal torrente Salmenega che segna la costa alpina. La chiesa maggiore è l’antica pieve dedicata a Santa Maria Assunta e si trova nella cuore del centro storico. Presso le scuole elementari del capoluogo ha sede il museo storico della bicicletta “T. Bevilacqua”, dalla collezione ricca di pezzi unici e antichi. Non distante dal capoluogo in direzione di Santa Giustina (Italia) il museo Etnografico Provinciale di Serravella.
Cesio Minore Si trova ad ovest di Can, a nord di Calliol e ad est di Cesio Maggiore. È uno dei centri più popolosi del comune e conserva un interessante centro storico composto da case in pietra grezza che rispettano tutti gli elementi dell’architettura tradizionale feltrina degli ultimi quattrocento anni, nonostante il progressivo stato di abbandono. Si è sviluppata invece una serie di case nuove in quella che era la campagna, fino a congiungere il paese con Cesio Maggiore. Il patrono è San Leonardo.
Cossalter Minuscolo centro abitato posto a ridosso di un colle. La chiesa sorge all’esterno del centro ed è dedicata san Vendemiano – san Vendemiale – (1º giugno) e Santa Filomena (11 agosto).
Col San Vito Sorge a sud di Cesio Maggiore in cima all’omonimo colle. Vi si gode un bel panorama sulla valle. Il titolare della chiesetta è san Vito.
Cullogne Il toponimo sembra derivare da “colonìe” ovvero “case coloniche”, si trova a nord di Can ed è una semplice borgata di poche case. La chiesetta è dedicata a san Salvatore.
Dorgnan
Fianema Centro a ridosso del torrente Salgarda, confine occidentale del comune. Feudo dei Rambaldoni il cui rampollo Vittorino detto “Da Feltre” fu il grande educatore umanista del XV secolo. La chiesa, ricca di affreschi rinascimentali, è dedicata all’Immacolata Concezione di Maria.
La Busa Piccolo agglomerato di case a nord di Soranzen, presso la riva del Caorame. Un tempo vi si trovavano un mulino e un opificio per la lavorazione della canapa. Oggi la maggior parte dell’abitato è in abbandono a causa della posizione poco soleggiata e delle non ottime condizioni della strada di accesso.
Le Ave Al centro della Val Canzoi il centro abitato di Le Ave potrebbe derivare il nome dalla presenza in loco di vecchi allevamenti di api. Dietro la chiesetta di Santa Eurosia e San Giovanni Battista si può vedere quanto resta di un tratto scavato nella roccia di una via antica o medievale popolarmente ritenuta essere un tratto della via Claudia Augusta Altinate.
Le Montagne Piccolo agglomerato di case rustiche in pietra a vista di tipo feltrino, posto in luogo panoramico e soleggiato sulla costa del monte Grave. La festa paesana ricorda l’anniversario della posa e della benedizione del crocifisso presso la fontana.
Marsiai Si trova al limite orientale del comune. Vi sorge l’edificio che fu l’antico maniero dei nobili da Corte. Le chiese antiche sono due: la principale, dedicata a San Pietro (29 giugno), e la minore dedicata a San Liberale.
Menin A sudovest del capoluogo, fra il Col De Cimia e il Col Miass; negli ultimi anni si il centro è espanso verso la campagna delle Chižole. Vi si trova villa De’ Mezzan, famosa un tempo per il suo bel giardino, notevolmente ridotto dopo la Grande Guerra. Presso l’oratorio di San Biagio un tasso degli uccellatori monumentale.
Morzanch
Pez Frazione situata a ridosso di un promontorio sul Piave, a sud del capoluogo. Sede parrocchiale, è dotata di una scuola per l’infanzia statale. Al centro del paese un ampio piazzale e la chiesa dedicata ai santi Pietro e Rocco, poco distante dal centro frazionale la bella chiesa seicentesca detta “della Madonnetta”. L’interessante chiesa del Priorato di San Gabriele è stata demolita negli anni ottanta dell’ottocento perché ormai diroccata.
Pullir Frazione sita ai piedi di un colle. Vi si trova un importante centro di cura per malattie mentali. La chiesa dedicata a San Lorenzo è antica e affrescata che conserva all’interno pregevoli affreschi risalenti al XV secolo.
Salgarda Località posta sulla sponda sinistra del torrente Caorame sul confine occidentale con il comune di Feltre.
Soranzen Secondo nucleo del comune per numero di residenti. La chiesa parrocchiale è dedicata a San Pietro Apostolo (29 giugno), vi è venerato anche Sant’Antonio Abate (17 gennaio).
Toschian In luogo elevato, si nota per la cappella ben visibile di San Vitale presso la quale è venerato anche san Valentino (14 febbraio).
Tussui In posizione soleggiata e luogo ricco di coltivazioni di granoturco. La chiesetta è dedicata a San Bartolomeo Apostolo (24 agosto).
Val Canzoi La valle, piuttosto estesa, è disseminata di case. L’economia un tempo fondata sulla produzione di legname, sui pascoli e sul commercio non sempre legale con il Primiero oggi verte principalmente sul turismo; per questo vi sono in valle agriturismi e punti ristoro. Vi si trova il lago artificiale detto della Stua, che costituisce la riserva d’acqua per la locale centrale idroelettrica, acqua che, convogliata in un canale, è inviata alla centrale di Arson (Feltre). La chiesetta di Sant’Eustachio in Valle, scomparsa nel passato in modo poco chiaro, vide nascere una delle più antiche confraternite feltrine. Oggi sorge la cappella di Sant’Antonio.

Persone legate a

Cesiomaggiore
  • Vittorino da Feltre, educatore ed umanista del XV secolo; nato a Feltre, apparteneva alla famiglia dei Rambaldoni possessori del castello di Fianema.
  • Vittore dei Muffoni, delegato della Città di Feltre XV secolo; consegnò il Feltrino alla Repubblica di Venezia nel 1404. È oggi rappresentato da un attore nel Palio di Feltre.
  • Pietro da Cesio, pittore ed incisore del XV secolo.
  • Pietro Favero (1812 – 1890), originario di Valdobbiadene, agronomo, curò il giardino della villa di Menin e tenne un vivaio con piante da frutto, aranciaie e oltre cinquanta varietà di rose. È ricordato per le opere di terrazzamento del Col di Cimia, per aver introdotto e diffuso le pompe irroratrici e la coltivazione della vite americana resistente alla fillossera; il comune gli dedicò la scuola elementare con una lapide che ne ricordava l’opera.
  • Giovanni De Bortoli, noto come Nane Castaldo. Nato verso la fine degli anni venti del XIX secolo ad Aune di Sovramonte, lavorò come “castaldo” presso il nob. Giovani Battista Bellati ad Umin di Feltre. Scrisse alcuni opuscoli intitolati “Ricordi di Nane Castaldo”, oltre ad alcuni testi dialettali. Terminata la sua attività di castaldo, ottenne quale buona uscita, la proprietà di una casa colonica con terreno annesso presso la frazione di Menin, dove si spense probabilmente nel 1921 alla veneranda età di 92 anni. Alla fine del XIX secolo il comune di Cesiomaggiore ebbe fra i suoi consiglieri un certo Giovanni De Bortoli, ma non è certo se si tratti del personaggio in questione.
  • Romano Ocri (Cesio, 1897 – Venezia, 1980), pittore, originario della frazione di Soranzen, la cui scuola elementare è stata a lui dedicata.
  • Oreste Gris detto Tombion (Cesio, 27 dicembre 1903 – Cesio, 18 ottobre 1971), artigiano e partigiano italiano, comandante della Squadra Azione Partigiana operativa nella zona pedemontana del Feltrino con nomi diversi “Civetta” e “Tombion”. Fu il comandante del “Comando Piazza” di Feltre che trattò direttamente la resa degli occupanti tedeschi e la liberazione della città.
  • Gino Meneghel (San Stino di Livenza, 19 settembre 1909 – Padova, 3 giugno 1979), medico condotto, scrittore e partigiano, primario per 30 anni dell’istituto psichiatrico di Feltre.
  • Alvaro Bari (1917 – 1944), aviatore e partigiano.
  • Giorgio Gherlenda (1920 – 1944), militare e partigiano, medaglia d’argento al valor militare.
  • Marco Biesuz (Cesio, 1931 – 1990), scultore del legno. Artista definito dalla stampa locale “autodidatta e poliedrico”, si dedicò anche alla pittura e alla musica. Nel 1973 fu chiamato a rappresentare l’Italia in Québec, per la rassegna di sculture su ghiaccio. Dagli anni cinquanta visse a Cortina.
  • Guido Rossa (Cesio, 1934 – Genova, 1979), sindacalista e operaio metalmeccanico la cui famiglia è originaria di Pez di Cesio, fu assassinato a Genova dal gruppo terroristico delle Brigate Rosse per averne eroicamente contrastato le attività. A lui è intitolata la scuola materna di Pez.

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