Domegge di Cadore

Domegge di Cadore

Percorrendone le vie si respira un’atmosfera di quiete tipica dei paesini di montagna e si possono osservare le numerose case affrescate come Palazzo Valmassoni del XVI secolo in stile gotico, casa Barnabò, casa Cian e casa Teza.

Domegge di Cadore
(Doméje in veneto)

Geografia

Fiumi e Laghi

Il comune è attraversato dal fiume Piave, imbrigliato dalla diga di Pieve di Cadore a costituire il lago di Centro Cadore. Sul suo territorio, a costituire confine con l’adiacente comune di Calalzo di Cadore, i torrenti Molinà e Talagona, mentre lo separa solo amministrativamente dal comune di Lorenzago di Cadore il torrente Cridola, tutti affluenti del sopracitato Piave. Da oltre 120 anni questi luoghi sono famosi per la produzione di montature per occhiali e ancor oggi meta ambita per acquistare i prodotti ottici.

Il Lago di Centro Cadore è inoltre una perla paesaggistica che arricchisce il territorio comunale: di forma allungata, è arginato a sud da una diga costruita dopo la Seconda Guerra Mondiale, mentre a nord si ristringe tra gli abitati di Domegge e Vallesella collegati da alcuni ponti, in una stretta vallata.

Altro piacevole itinerario è quello che da Domegge (stradina a destra accanto alla chiesa di S. Rocco) conduce agli abitati di Rizzios e Grea, attraverso la vecchia strada romana chiamata “Giro delle Coste”. Qui si possono vedere rari e preziosi esempi di antiche case cadorine in pietra e legno nonché godere di uno splendido panorama sul lago ed i magnifici boschi di larici e faggi della zona. Due ore circa di cammino, adatto a tutta la famiglia.

A Grea è possibile visitare la chiesa di San Leonardo, una delle sette chiese cadorine in stile gotico-alpino (XV-XVI sec.) opera del capomastro Nicolò Ruopèl.

Storia

Eremo dei Romiti

Particolare è la storia del rifugio Eremo dei Romiti di Monte Froppa che si erge sull’omonimo colle a quota 1.164 m slm e venne edificato nel XVIII secolo. La costruzione della vicina chiesa, dedicata a San Giovanni Battista il Precursore, risale al 1724.

Queste strutture religiose hanno ospitato alcuni frati terziari francescani, detti “i romiti”, fra il 1720 e il 1810. Fondatore dell’eremo fu il frate Giovanni Maria Pinazza e la vita dei religiosi era definita nelle “Costituzioni e Regole”, ovvero una serie di disposizioni che scandivano le attività quotidiane fino a quando, per decreto napoleonico (1810), la comunità venne soppressa e gli edifici abbandonati.

Negli ultimi anni sono stati fatti dei restauri a fini turistico-culturali e una Via Crucis che costeggia il sentiero che porta alla struttura.

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Scavi archeologici

Il rinvenimento in una cava in località Crodola (m.801) di un falcetto e un’ascia ad alette bronzei datati al XIII-XII secolo a.C. è il più antico segno di frequentazione umana in Centro Cadore. Un altro reperto molto interessante è l’elmo in ferro trovato a Pegnola (Vallesella) datato al IV-III secolo a.C.; uno studio della dottoressa Gambacurta fa una comparazione con le notizie sugli elmi trovati a Lozzo, Calalzo e Pozzale per affermare che si tratta di una tipologia unitaria.

Mettendoli a confronto con elmi del nord Italia e d’oltralpe conclude che, pur avendo molte affinità con reperti celtici della valle del Gail, si tratta di oggetti di fattura locale.
Sono state trovate monete che vanno da Vespasiano (69-79 d.C.) a Marco Aurelio (161-180 d.C.) in varie località; Col de Medol, Vince, Casa De Bernardo. Infine nel centro di Domegge è stata rinvenuta una sepoltura di tre inumati (due adulti e un giovane), supini con il capo rivolto a nord.

Il corredo era composto da una collana con perle in pasta vitrea, orecchino d’argento, armilla e catenina bronzee; il materiale è stato datato al VI-VII secolo d.C.
Durante lo scavo sulla statale per la posa del metano è stato rinvenuto un teschio umano molto vicino al precedente sito; perciò si potrebbe ipotizzare una necropoli.

Lavori edili nel 2004 hanno consentito, grazie all’attenzione del Gruppo del funzionario della Soprintendenza Padovan, di confermare la presenza dell’area sepolcrale.

Un’altra necropoli era probabilmente situata nell’area posta a est della chiesa; ai primi del Novecento in località Le Cioupe furono rinvenute due scheletri con parti in bronzo, forse di armature.
Durante dei lavori in via Trieste 6 erano stati ritrovati due o tre scheletri con dei vasi in terracotta rossi e gialli, ossa animali e una catena con collare.

Nel 1865 venne trovato un cranio con un corredo di uno spillone e una piastra circolare. Questo reperto aveva dieci raggi segnati da pallottoline che erano distribuite su tutta la circonferenza; un filo attorcigliato alla piastra aveva un pendente di vetro bianco e celeste.

L’area è vicina a Col de Medol, dove oltre alle monete sembra ci fossero dei muri sul luogo del rinvenimento.
Dal versante del colle che guarda la chiesa sgorgava una sorgente di acqua puzzolente (solforosa?) che attraversava i prati di Le Cioupe per poi confluire nel Piave.

Va anche citata l’area di Facen, sul lato opposto del lago, dove Alessio De Bon aveva avuto notizie del rinvenimento di sepolture ad inumazione senza corredo, che attribuiva al Medioevo.
L’area è ad ampi terrazzi e soleggiata, il toponimo è forse di origine retica, il che ripropone la questione delle culture presenti in Cadore nel periodo preromano.

Storia recente

All’inizio del XX secolo la comunità domeggese fu coinvolta nei fenomeni migratori che interessarono il cadorino e in generale l’intera penisola: un emigrante proveniente da Vallesella è censito fra le vittime della più grave sciagura mineraria che la storia degli Stati Uniti ricordi, avvenuta il 6 dicembre 1907 a Monongah, nella Virginia Occidentale.

Nella seconda metà del XX secolo l’intera area del Cadore è stata interessata da un improvviso miglioramento delle condizioni di vita dovuto allo sviluppo dell’industria dell’occhiale e conseguentemente dall’abbandono delle attività agro-silvo-pastorali.

Fra le realtà più importanti da ricordare l’azienda Giorgio Fedon.

Monumenti e luoghi d’interesse

Percorrendo le vie di Domegge si possono osservare le numerose case affrescate come Palazzo Valmassoni del XVI secolo in stile gotico, casa Barnabò, casa Cian e casa Teza.

Architetture religiose

La Chiesa Parrocchiale

La chiesa parrocchiale è intestata a S. Giorgio e l’antica chiesa, distrutta da un incendio nel XIX secolo, venne subito restaurata. Al 1861 risale la costruzione della nuova chiesa pievanale su disegno degli architetti Segusini e Sandi.

Le chiese più antiche sono quelle di:

  • S. Giuseppe risalente al XVII secolo,
  • S. Antonio da Padova,
  • a Collesello sorge la chiesa intitolata alla Madonna della Neve e B.V. della Salute.

Nel XVIII secolo furono costruite:

  • La chiesa della B.V. delle Grazie a Valmassoi e quella della Madonna del Ponte,
  • La chiesa di S. Rocco conserva un dipinto di Tommaso Vecellio.

Inoltre vi sono le chiese di:

  • S. Leonardo e S. Antonio a Grea,
  • B.V. delle Grazie a Molinà,
  • S.Bona a Deppo,
  • Sacrario dei Caduti.

 

 

 

Da sapere su

Domegge di Cadore
Il paese è situato nelle Dolomiti dell’alta valle del Piave, sulla sponda destra del fiume e ad un’altitudine che varia dai 655 m s.l.m. della parte vecchia della frazione di Vallesella, fino ai 900 della frazione di Grea. I gruppi montuosi sui quali si estende il territorio sono Monfalconi, Spalti di Toro ad est; Marmarole ad ovest. Tra le cime più rappresentative il Monte Montanello (2.441 m) del Gruppo del Monte Cridola.

Frazioni di

Domegge di Cadore
Grea, Vallesella

Persone legate a

Domegge di Cadore
  • Giuseppe Ciani (1793-1867), presbitero e storico italiano autore della Storia del popolo cadorino.
  • Giorgio Fedon, imprenditore fondatore dell’omonima azienda nel 1919.
  • Livio Gatto ed i cugini De Silvestro, imprenditori e fondatori della ditta Gatto.
  • Gianni Frescura, capo dell’OCSE a Parigi sulla sicurezza nucleare.
  • Giovanni Marcolin Coffen (1931-2014), imprenditore fondatore della Marcolin.
  • Gina Fedon, astronoma scopritrice dell’asteroide “18883 Domegge”.
  • Caterina Da Vià, l’eroina di Monongah.
  • Dino Meneghin, ex cestista della nazionale italiana.
  • Marco Barnabò (1886-1971), imprenditore fondatore nel 1927 della S.A.V.A. (Società Anonima Veneto Alluminio) di Porto Marghera e realizzatore del Lago di Auronzo.
  • Adriano Costantini (1933-1992), progettista il cui stile ha caratterizzato l’architettura del territorio cadorino.

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