Fonzaso

Fonzaso

Fonzaso, uno dei principali centri del Feltrino, è situato nella vallata del Cismon, in una conca pianeggiante circondata dai monti. La SS 50 del Grappa e di Passo Rolle lo mette in comunicazione con il Primiero ad ovest e con Feltre (km. 9) e Belluno (km. 40) ad est. E' collegato poi con la Valsugana (Bassano del Grappa km. 40; Trento km. 75) dalla SS 50 bis. Il Comune è costituito dal capoluogo di Fonzaso, dal grosso nucleo di Arten e dalle frazioni minori di Frassenè e di Agana (sulla destra orografica del Cismon) e di Giaroni e Pederoncon (sulla sinistra). L'origine del nucleo abitato della bassa vallata del Cismon è incerta, ma, a quanto pare, risale al periodo romano, quando "Feltria" costituiva un "municipium". Attraverso il territorio di Fonzaso passava una strada romana, la Via Paolina, ramo secondario della Via Claudia Augusta Altinate.
FONZASO

Storia

All’epoca delle invasioni barbariche già esistevano nel territorio due castelli: uno era ad Arten, sullo sbocco vallivo di collegamento con Pedavena; tra le rovine, nel 1875, sono stati ritrovati due bacili d’argento con iscrizioni in gotico. Il secondo castello, della famiglia ghibellina dei Fonzasia, si trovava ai piedi delle rocce di Avena, nella zona di S. Michele.
Le vicende storiche di Fonzaso hanno seguito quelle di Feltre, anche nel triste periodo delle lotte tra l’Impero, la Repubblica di Venezia e la varie Signorie per il predominio della zona.
Con il passaggio di Feltre sotto la Serenissima nel 1404, anche Fonzaso divenne parte del dominio veneziano di terraferma.

L’inizio del 1500 fu segnato da un avvicendarsi continuo di devastazioni, stragi e incendi dovuti alla guerra tra Venezia e Massimiliano d’Austria; alla guerra seguirono anni di carestia e di pestilenza. Ma Fonzaso – sfruttando la sua posizione strategica, la fertilità della campagna e dei pendii montani coltivati a vigneti e la forza motrice del Cismon per il trasporto del legname – seppe risorgere.

Il paese ebbe però alterne sorti: numerosi incendi e alluvioni distrussero periodicamente parte delle abitazioni, degli edifici e della fertile campagna, ma anche da questo disastro Fonzaso si risollevò, tanto che il ‘700 fu il periodo del suo massimo splendore, durante il quale vennero costruite le ville che restano tuttora le testimonianze architettoniche più significative del Comune: ricordiamo, a titolo d’esempio, il complesso di Villa Tonello ad Arten e villa De Pantz nel capoluogo.
Verso la fine dell’800 le condizioni miserabili cui era ridotta l’economia di Fonzaso spinsero molti ad emigrare verso l’America. Tale spinta migratoria si è esaurita solo in questi ultimi decenni.

Nel periodo della Grande Guerra, dopo la disfatta di Caporetto, Fonzaso fu occupata dalle truppe austro-ungariche: il Grappa divenne l’ultimo baluardo della patria: fu un anno terribile, di fame e di patimenti, con oltre trecento morti per la “spagnola”; ma la popolazione seppe resistere, senza abbandonare case e poderi, e meritò il riconoscimento della Croce al merito di guerra.
Altrettanto duri furono gli anni del secondo conflitto mondiale, in particolare il ’44 e il ’45, segnati dall’occupazione e dalle rappresaglie tedesche.

Negli ultimi decenni il paese si è andato industrializzando ed ha raggiunto un certo benessere: è cessata l’emigrazione, la popolazione si è stabilizzata e le varie attività economiche hanno raggiunto la media veneta.

 

 

Da sapere su

Fonzaso

Sentieri

Fonzaso – Monte Avena

Tempo di percorrenza: 5-6 ore Dislivello: 1125 m. Il percorso, che potrebbe essere denominato “dei Cristi” data la cospicua presenza di crocifissi di cui è costellato, si diparte dalla piazza di Fonzaso (329 m.), dove si erge la Chiesa parrocchiale e subito si inerpica culminando a Cima Loreto, da cui la vista spazia sulla vallata del Cismon e il Massiccio del Grappa. Proseguendo, si raggiunge il Campon (cima del Monte Avena, 1454 m.). L’itinerario è completato ad anello, scendendo verso la frazione Arten e ritornando di qui a Fonzaso.

Fonzaso – S. Micel

Tempo di percorrenza: 20 minuti San Michele, “Sanmicel” per i Fonzasini, è il simbolo di Fonzaso e chiunque passi per il paese può notare quelle costruzioni bianche addossate alla montagna. Dalla storia di Fonzaso sappiamo che molte case del paese erano per lo più in legno, comunque tutte coperte di paglia o di “scandole”, e che erano presenti grandi quantitativi di legname che veniva trasportato sfruttando la forza motrice del Cismon, per cui frequenti e terribili erano gli incendi. Il continuo ripetersi di questi incendi indusse la popolazione di Fonzaso a porre un “Guardiano del fuoco”, il quale desse l’allarme a tutto il paese non appena fosse stato visibile un principio d’incendio in qualsiasi parte della vallata. Il luogo prescelto fu il Covolo di San Michele: a circa 550 m. di altitudine sul mare: un luogo aperto e dominante, così che da qui, con un sol colpo d’occhio si può osservare tutta la conca di Fonzaso e quindi poter dare subito l’allarme in caso principio d’incendio, mediante il suono prolungato di una campanella. Per il mantenimento della persona che doveva vivere lassù per svolgere la funzione di “Guardiano del fuoco”, ogni famiglia del paese doveva tassarsi con l’obbligo di corrispondergli annualmente una “minella” (circa 2 Kg) di farina di granturco. Accanto alla casa del custode, su un ripiano di qualche metro, è stata costruita anche una chiesetta dedicata, ovviamente, a San Michele, all’esterno in una nicchia artificiale è stata posta una statua della Madonna.

Frazioni di

Fonzaso
Arten, Frassenè, Agana, Giaroni

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