Sospirolo

Sospirolo

E' un comune il cui territorio è in parte compreso nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.

Sospirolo
(Sospirói in veneto)

Storia

Valle del Mis

La Valle del Mis è una suggestiva valle all’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.

«Da una parte a ovest, c’era il solco lungo e strano del Canal del Mis; dalle altre parti, chi lo sa cosa c’era? Vedevamo a sud uno schieramento di cime oltre le quali io credo ci fosse la pianura; verso nord, c’era uno scalino nudo e gli acrocori informi; a est un vespaio di monti anonimi, vuoti. Dal Canale risalivano spacchi obliqui che incidevano il fianco degli acrocori. Su uno di questi spacchi era aggrappato un paese. […] Gena. C’era Gena Bassa e gena Alta, per me sono attributi della stessa sostanza, un paese fortemente obliquo, quasi in piedi su di un costone. […] Dove andavano le donzelle con le anfore? Avevano abitini stretti, rosa carico, zuppa stinto, che modellava i corpi; erano veramente donzelle, ragazzi irreali, poetiche. Stavano arditamente in equilibrio, come rizzate nel paese obliquo per forza stessa della gioventù.Si muovevano tra le case e la fontana, pareva che facessero una processione».
(pag. 402 -403 Luigi Meneghello, Opere scelte ISBN 978-88-04-54925-3)

Per maggiori informazioni sul luogo clicca qui.

Monumenti e luoghi di Interesse a Sospirolo

Ville venete

Il territorio comunale ospita numerose ville venete, come:

  • Villa Sandi Zasso, situata in località Moldoi di Maras (XVIII sec.)
  • Villa Buzzatti Ferrante a Gron (XIX sec.)
    Per avere maggiori informazioni clicca qui.
  • Villa Agosti Bacchetti a Belvedere di Gron (XVII sec.)
  • Villa Agosti, Miari a Susin (XVIII sec.), della quale va ricordato il pregevole parco.

Certosa di Vedana

Nella zona di San Gottardo, in prossimità del Cordevole, sorge la Certosa di Vedana, istituzione dalla storia secolare oggi retto dalle suore certosine.

La certosa di Vedana sorge in località Masiere, nel comune di Sospirolo, sul luogo dov’era situato l’antico ospizio di San Marco di Vedana risalente all’Alto Medioevo.

La certosa visse il suo periodo più florido intorno alla metà del Cinquecento. Un secolo prima, nel 1456, i padri certosini della regola di San Brunone avevano acquistato dal capitolo dei canonici di Belluno l’ospizio di Vedana adibendolo a luogo di contemplazione e accoglienza dei viandanti.

La certosa divenne così un vero villaggio autosufficiente. Dopo varie vicissitudini storiche (il famoso studioso Girolamo Segato nacque proprio nella certosa nel XVIII secolo, quando venne confiscata e trasformata in fattoria), dal 1998 al 2014 il complesso ha ospitato una comunità di monache di clausura provenienti dalla certosa di Riva di Pinerolo.

Storia della Certosa di Vedana

Agli inizi del Basso Medioevo sembra certa l’esistenza di un ospizio (collegato ad altri ricoveri per pellegrini, facenti parte della via degli Ospizi) nella località di Vedana, di cui era proprietaria la comunità dei canonici di Belluno. Lo attesta una bolla papale dell’ottobre 1155, con cui Adriano IV mette sotto la sua protezione i canonici di Belluno e li dichiara in perpetuo proprietari dell’ospizio di Agre e della chiesa.

Nel corso del XIII secolo le difficoltà economiche e le rendite sempre più scarse suggeriscono che le strutture assistenziali vengano gestite in un altro modo. Nel 1457 venne infatti stipulata la cessione dell’ospizio di Vedana all’Ordine certosino, con l’obbligo di continuare a praticare l’assistenza ai pellegrini. L’antico ospizio rispecchiava probabilmente la concezione d’impianto dell’antica casa rurale bellunese e risaliva al 1145-1150, ed era stato costruito come ospedale per i pellegrini.

Fu nominato rettore della nuova certosa il monaco certosino Antonio Arlotti. Nel 1458 si recarono sul luogo i commissari inviati dal capitolo generale: padre Filippo da Milano, priore della certosa di Padova, e padre Guglielmo, rettore della certosa di Venezia, al fine di prendere possesso delle donazioni ed impartire le direttive fondamentali all’edificazione. L’ospizio, con le relative proprietà, fu ceduto dal capitolo dei canonici di Belluno ai certosini di Padova ma, essendo i redditi insufficienti a garantire l’autonomia di una nuova certosa, nel 1460 furono concessi anche gli ospizi minori di Candaten e Agre, con i rispettivi fondi; tutti questi beni furono incorporati ufficialmente nel 1467 dall’Ordine certosino.

La vicina San Gottardo, con la sua chiesa, molto probabilmente doveva fungere da dimora provvisoria dei monaci durante il periodo di costruzione. Il primo edificio ad essere realizzato nel luogo della nuova certosa fu la chiesa, terminata nel 1471. Una confraternita laica, assistita da un sacerdote reggeva l’ospizio sotto la dipendenza dei canonici, che inviavano di tanto in tanto visite di controllo.

Nei decenni successivi l’opera di costruzione continuò: in una delle colonne del chiostro vi è apposta la data del 1521, ma precedentemente erano già stati costruiti alcuni edifici cenobitici come il refettorio, il capitolo, le cappelle di San Giuseppe e Santa Maddalena. Un documento del capitolo generale del 1542 indica al priore la necessità di aumentare il numero delle celle per i monaci del coro da sei a otto, ma le difficoltà finanziarie non consentivano una rapida conclusione dei lavori e solo la generosità dei benefattori permise gradualmente di terminare l’opera.

Il vescovo di Caorle Benedetto De Benedetti, delegato da quello di Belluno Alvise Lollino, nel 1619 consacrò la chiesa, fino allora solo benedetta. Nel febbraio del 1695 scoppiò un incendio che arrecò ingenti danni ai fabbricati e distrusse anche documenti importanti come protocolli notarili, donazioni, titoli, relazioni di doni; da quel momento, dopo un difficile ripristino dei locali, non vi furono più significativi interventi di costruzione, ma vennero eseguiti lavori di decorazione pittorica della chiesa e degli ambienti.

Il 7 settembre 1768 il Senato veneto decise di applicare al clero regolare provvedimenti di soppressione; il decreto si sviluppa in undici capitoli o paragrafi, attraverso una scrittura serrata, e viene approvato con centocinque voti favorevoli, diciotto contrari, cinquantaquattro non “sinceri”. Il giorno seguente i monaci dovettero abbandonare la certosa di San Marco di Vedana e trasferirsi nella vicina certosa del Montello.

Nel 1771 il patrizio veneziano Nicolò Erizzo acquistò la certosa e i suoi beni e nel 1773 il Senato accelerò le operazioni di vendita dei conventi. Nel 1825 Matilde Erizzo ereditò i beni della certosa e li portò in dote ai marchesi Araldi di Cremona; nel 1860 Andrea Segato ne divenne proprietario. Nel 1882 Corinna, figlia di Andrea Segato, ereditò i beni della certosa e suo marito vendette il monastero al padre generale dell’Ordine Marcello Grezier e nello stesso anno i padri di Pavia ripresero possesso del convento. Il complesso fu poi restaurato dall’architetto francese Jean François Pichat.

Struttura architettonica

L’architettura certosina si distingue molto dalle altre, in particolare per le coincidenze fra simbologia e architettura che sono sempre precise e riconoscibili in relazione alla spiritualità e alla regola monastica dell’Ordine certosino. In tutte le abbazie ritroviamo la medesima distribuzione compositiva e la stessa spazialità, è straordinario come questi impianti monastici mantengano il medesimo insieme di aggregazione degli spazi. Il monastero della Grande Chartreuse, a nord di Grenoble nelle Alpi francesi, è il modello di riferimento dell’ordine. Ciascuna abbazia è dunque parte di un’unica idea che si fonda sulla vita monacale dedita alla contemplazione e alla preghiera, ci si apparta dal mondo vivendo in un eremo.

I rapporti tra i diversi edifici, tra le diverse misure e tra gli spazi aperti e chiusi sono determinati da questa cultura spirituale dell’abitare. La progettualità e l’equilibrio degli spazi si fondano sul quadrato, che diventa la chiave di tutte le strutture dell’edificio. I quattro lati del chiostro possono essere assimilati alle quattro virtù dell’anima che sono: il disprezzo di sé stessi, il disprezzo del mondo, l’amore di Dio e l’amore per il prossimo.

  • Il lato est, guarda a occidente, verso il tramonto (ala dei Monaci), è il luogo del disprezzo per sé stessi;
  • il lato sud (ala dei servizi) guarda verso settentrione, verso la notte, è il luogo del disprezzo per il mondo;
  • il lato ovest, (ala dei conversi) guarda a Oriente, verso l’aurora, è il luogo dell’amore per il prossimo;
  • il lato nord, guarda a meridione, verso mezzogiorno, è il luogo dell’amore per Dio e il luogo dove è situata la chiesa.

Assumono particolare importanza anche i numeri tre, quattro e dodici. Tre sono le tavole del refettorio come tre sono tutte le portate; quattro sono i lati del chiostro come quattro sono le piazze di Gerusalemme.

Nel XIII secolo, la certosa si presenta con un impianto ben definito e organico ed è costituita dall’unione dei tre chiostri: il grande chiostro (espressione dell’aspetto eremitico della vita certosina), il piccolo chiostro (che collega tutti gli ambienti di vita comune dei padri), la corte delle obbedienze (con funzione di collegamento per i locali di attività dei conversi). Nel caso della certosa di Vedana la chiesa dal punto di vista architettonico assume una posizione di rilievo al centro dell’intero complesso ed è la prima ad essere costruita nel 1471.

Sul fianco sinistro della chiesa venne costruito immediatamente dopo il chiostro piccolo dei monaci, mentre il grande chiostro venne collocato sul retro con una angolazione diversa per meglio sfruttare l’area pianeggiante.

Il chiostro dell’accoglienza venne costruito davanti alla chiesa, i lavori iniziarono probabilmente nello stesso periodo del grande chiostro (1521) ma terminarono molto lentamente a causa dei redditi scarsi ed incerti a disposizione dei diversi priori che governarono la certosa in quegli anni.

Altro ambiente importante è la cella, luogo nel quale il monaco può vivere la sua esperienza di fede, di solitudine e pace. Nella cella il monaco trascorreva l’intera sua vita, uscendo solo per le celebrazioni liturgiche notturne e diurne e nei giorni di festa per la refezione comune. La solitudine delle celle è rafforzata e protetta del silenzio del grande chiostro.

Nella certosa di Vedana le celle previste in origine dovevano essere sei, poi divennero otto a metà del Cinquecento, e vennero costruite sui lati nord ed est del chiostro perché meglio esposte al soleggiamento. Nel Seicento l’aspetto della certosa era ormai definitivo, da quel momento infatti vengono eseguiti soprattutto lavoro di decorazione.

Il progetto della “fabricatura” della certosa già agli esordi contiene tutti gli elementi necessari per la sua edificazione, compresa l’indicazione dei luoghi di prelievo dei materiali e della corografia del territorio. Inoltre, sono disegnati in proiezioni ortogonali i principali edifici che costituiranno la certosa, in particolare la chiesa e le celle, con la definizione addirittura dei fori, delle finestre e della pendenza dei tetti. Questi disegni rappresentano esattamente ciò che è necessario e sufficiente per avviare il cantiere.

Certose venete

La certosa esercitò nei secoli un’ampia attrazione per ambienti ecclesiastici e laici, come espressione di vigorosa osservanza e di devozione grazie alla tradizione spirituale e disciplinare delle sue origini. Esistono quattro certose venete, tre sulla terraferma e una lagunare:

  • San Girolamo del Montello (1349-1351)
  • Sant’Andrea in Isola a Venezia (1422-1425)
  • Santi Girolamo e Bernardo di Padova (1448-1451)
  • San Marco di Vedana (1455-1467)

Per vedere i video correlati della “Playlist Feltrino

 

Lago del Mis e Cadini del Brenton

Il Lago del Mis

La diga che ha dato vita al lago del Mis è stata costruita nel 1962 preso l’abitato di Pascoli. L’obiettivo era uno dei più classici e “alpini”: ricavare un bacino artificiale di grandi dimensioni per la produzione di energia idroelettrica da una valle naturalmente stretta.

I Cadini del Brenton

I Cadini del Brenton sono una quindicina di marmitte di evorsione, create nella roccia calcarea e facilmente erodibile dall’azione dell’acqua del torrente Brenton (già, chiamarli “pozze della valle del Mis non sarebbe corretto). Da un punto di vista paesaggistico, invece, sono delle splendide pozze naturali, dall’acqua cristallina e gelida, collegate tra loro da scivoli di pietra levigatissima.

Il percorso è adatto a tutti e permette di visitare le piscine naturali seguendo un trekking ad anello davvero suggestivo della durata di circa 20 minuti.

 

 

Da sapere su

Sospirolo
Sospirolo è legato al nome del sovrastante monte Speron, per cui il toponimo starebbe a significare “sotto lo Sperone”. Il suffisso -oi della versione veneta è, secondo Giovan Battista Pellegrini, l’adattamento dialettale di una desinenza plurale -oni, quindi con Sospiroi si indicavano in origine “gli abitanti dei casali sotto lo Sperone”.
  • Patrono del paese è Santo Stefano, a cui è intitolata una chiesa. Fu una delle prime cappelle della pieve di Sospirolo (XII secolo), sebbene venga citata per la prima volta nel 1598. Progressivamente deperita, fu chiusa al culto nel 1961, anno in cui fu consacrata la vicina chiesa di Santa Maria Assunta, opera dell’architetto armeno Ohannes Gurekian.
 
  • La chiesa conventuale (di San Marco) contiene delle importanti opere pittoriche, tra cui tre pale d’altare; quella grande dell’altare maggiore di Francesco Frigimelica il Vecchio del 1610 e le altre due degli altari laterali “dei fratelli” di Sebastiano Ricci.
 
  • All’interno del complesso della certosa si trovano tre stanze, racchiuse in un appartamento chiamato “vescovado”. Una residenza per ospiti illustri, i quali volevano trascorrere un breve periodo di riflessione spirituale all’interno del monastero. Albino Luciani, che successivamente diventerà papa, si ritirò per un mese intero all’interno della certosa per la stesura della documentazione per il sinodo diocesano di Belluno e Feltre.

Frazioni di

Sospirolo
  • Gron – Si trova ad sud del capoluogo, su un pianoro alla sinistra del torrente Mis (343 m).
  • Maras – Si trova a 455 m, sorgendo a ovest di Sospirolo. Patrono è San Bartolomeo.
  • Mis – All’imboccatura del canale del Mis (donde il toponimo), sorge a 361 m. Patrona è Santa Giuliana.
  • Oregne – A sud est, su un pianoro alla destra del Cordevole (354 m). Patrono è San Tiziano.
  • Pascoli – Sopra Mis, è l’ultimo abitato del comune prima di entrare nella valle del Mis (424 m). Patrono è San Michele (29 settembre).
  • Piz-Camolino – Due abitati contigui sulla riva destra del torrente Mis, di fronte a Gron. Patrono è Sant’Antonio.
  • San Gottardo – La frazione più settentrionale, nei pressi della Certosa di Vedana (420 m). Patrono è San Gottardo.
  • San Zenon – Posto tra Maras e Paderno di San Gregorio nelle Alpi (434 m). Patrono è San Zenone Martire.
  • Susin – Tra Sospirolo e Maras (475 m). Patrono è San Martino.
  • Torbe – Su un piano a sud-est del capoluogo comunale (379 m). Patrona è Santa Teresa. Fra Torbe e la Certosa di Vedana è ubicato il piccolo Lago di Vedana.

Persone legate a

Sospirolo
  • Girolamo Segato (Certosa di Vedana, 13 giugno 1792 – Firenze, 3 febbraio 1836), cartografo, naturalista ed egittologo italiano.
  • Antonia Arslan (Padova, 1938), scrittrice e saggista, cittadina onoraria di Sospirolo dal 17 agosto 2012

Copyright Associazione “Una Montagna di Teatro” – Sede legale: Vicenza – C.F. 93048200252
Sito Web sviluppato da INK LABS STUDIOS LTD

Privacy Policy Cookie Policy